Sciamanesimo e Respirazione Olotropica per molti aspetti si assomigliano.
Come nello sciamanesimo, i partecipanti di un workshop di Respirazione Olotropica entrano in un viaggio in uno stato non ordinario di coscienza per cercare guarigione.
La musica accompagna questo viaggio. Lo spazio in cui esso si svolge è protetto, “sacro”.

Ma ci sono anche molte differenze tra la Respirazione Olotropica e lo Sciamanesimo.
La prima, non esiste una linea guida per il viaggio di Respirazione Olotropica: ai partecipanti non viene chiesto di immaginare una entrata in un mondo sciamanico, e non cominciano il loro viaggio olotropico con l’intenzione di lavorare su un problema od una intenzione specifici.

Certamente ha senso in un workshop sciamanico cercare uno spirito guida o un animale di potere, queste sono tipiche caratteristiche del mondo sciamanico, ma fare questo in una sessione olotropica potrebbe restringere il processo.
In una sessione olotropica, l’intero mondo della possibile esperienza spirituale, proveniente da una qualsiasi tradizione (o da nessuna tradizione) è disponibile per ogni partecipante.

Una delle caratteristiche più notevoli della Respirazione Olotropica è che le persone possono avere innumerevoli esperienze di genere diverso, e sono libere di interpretarle come vogliono, senza dover usare uno specifico linguaggio o punto di vista.
Avviene che cristiani abbiano esperienze interiori  con simboli buddisti, e che Indu abbiano esperienze cristiane.
Ci sono atei che vivono esperienze sciamaniche e sciamani di professione che hanno esperienze Sufi.
E certamente ci sono cattolici che attraversano un’esperienza cristiana, e trovano in essa la sorpresa e il piacere di scoprire cosa fosse realmente l’oggetto della propria fede.
Ho anche visto persone avere esperienze che sembrano provenire contemporaneamente da differenti tradizioni, e ne ho visto altre avere esperienze da culture a loro sconosciute.

Così, nonostante la Respirazione Olotropica abbia molte caratteristiche simili allo sciamanesimo, essa è molto più grande e più vasta. In questo senso, è una vera pratica post-moderna.