Respirazione Olotropica

La Sicurezza

Dallo studio degli stati non ordinari di coscienza ho imparato una lezione importante: riconoscere che molte situazioni, considerate illogiche o patologiche dal filone principale della psichiatria, sono invece manifestazioni naturali del profondo dinamismo della psiche.
In molti casi, l’affiorare alla coscienza di simili elementi può essere considerato la ricerca da parte dell’organismo di liberarsi dai legami di diverse impressioni traumatiche e dalle limitazioni conseguenti: in altre parole, un tentativo di autoguarigione e anelito verso un funzionamento più armonioso. 

Stan Grof

L’esperienza profonda e sicura che puoi vivere in un seminario di Respirazione Olotropica si sviluppa grazie anche alla competenza e all’esperienza di chi ti accompagna.

Quando siamo in uno stato Olotropico siamo molto aperti e ricettivi ed è fondamentale che chi facilita  il viaggio interiore abbia la sensibilità e la competenza necessaria per offrirci una guida sicura.

 Per divenire facilitatori di Respirazione Olotropica non è sufficiente una preparazione teorica.

Per divenire Certified Facilitator è obbligatorio partecipare ad un elevato numero di sessioni di respirazione nelle quali in prima persona si attraversa il viaggio interiore, e continuare anche dopo la certificazione il processo di formazione continua personale.

Aver attraversato quel territorio, affrontato le prove interiori e aver scoperto i tesori nascosti nelle caverne più profonde ci permette di accompagnare efficacemente e in sicurezza altre persone.

Leggi il curriculum completo di Claudia Panìco

Respirazione Olotropica Sicurezza

 

UN’ESPERIENZA PROFONDA E SICURA

Poichè nel viaggio interiore si rivivono anche esperienze dolorose o traumatiche, spesso viene sollevata la domanda:
“Questo processo non potrebbe rappresentare invece un nuovo trauma?”
No, non è questo che avviene.
L’elemento
ancora più importante che rende sicuro il viaggio di guarigione delle ferite più profonde è intrinseco al processo stesso.

Stan Grof in Psicologia del Futuro sottolinea:

La regressione all’età infantile permette di provare tutte le emozioni e le sensazioni fisiche dell’evento traumatico dalla prospettiva del bambino, ma simultaneamente è possibile analizzare e valutare la memoria nella situazione terapeutica dal punto di vista di un adulto maturo.

Quando il vissuto relativo ad un evento traumatico riemerge nel corso di una sessione esperienziale, non abbiamo a che fare con l’esatta ripetizione di ciò che abbiamo vissuto nel passato, ma con la prima esperienza totale di un’adeguata reazione emotiva e fisica a quella situazione.
Infatti, quando è avvenuto un evento traumatico, poichè era più intenso delle nostre capacità di integrazione di quel momento, non lo abbiamo elaborato ed integrato in modo completo nella nostra coscienza.

respirazione olotropica lasciar andare

lasciare andare il passato

Se una memoria traumatica precedentemente repressa emerge nel corso di una sessione,  non siamo più  indifesi o dipendenti  come nella situazione originaria.
In virtù dello stato olotropico in cui avviene la regressione, siamo presenti come adulti, e simultaneamente nella situazione del passato, in due differenti momenti dello spazio e del tempo.

Abbiamo ora a disposizione le nostre attuali risorse adulte e siamo in una situazione protetta e sicura nella quale esprimere pienamente ciò che non abbiamo potuto esprimere nella situazione originaria, con il sostegno e l’accompagnamento di cui abbiamo bisogno. 

Questo attiva le capacità di autoguarigione della psiche e ci permette di lenire la sofferenza del passato e liberare l’energia emotiva e fisica prima bloccata nella memoria, rendendola disponibile alla nostra vita per vivere con vitalità e gioia il nostro presente.